Museo della Fotografia e Mostra del Fischietto di terracotta di Caltagirone

Ultima modifica 13 settembre 2023

 
 
Informazioni

Apertura ordinaria dal 2 gennaio al 30 giugno e dall’1 settembre al 31 dicembre, da martedì a domenica dalle 09,00 alle 17,00 (ultimo ingresso ore 16,00)
Lunedì chiuso per l’intera giornata.

Apertura ordinaria dall’1 luglio al 31 agosto, da martedì a domenica, dalle 10,00 alle 18,00 (ultimo ingresso ore 17,00)
Lunedì chiusura per l’intera giornata.

Il museo e la mostra sono aperti anche nei seguenti giorni festivi:

  • 6 gennaio, Epifania
  • 25 aprile, festa della Liberazione
  • 2 giugno, festa della Repubblica
  • 8 dicembre, Immacolata concezione
  • 26 dicembre, Santo Stefano
  • Il calendario delle aperture - chiusure e gli orari possono subire variazioni.

Si invita il pubblico ad acquisirne conferma telefonica prima di effettuare la visita.

Contatti telefonici
Museo della Fotografia e Mostra del Fischietto di terracotta di Caltagirone
Tel. 0933 54567

Punto Informazione Turistica (via Etnea, 63, Catania)
Tel. 095 4014070

U.R.P Ufficio Relazioni con il Pubblico (via Etnea, 67, Catania)
Tel. 095 4011502/18 e numero verde 800551485

Come si raggiungono

Il Museo e la Mostra si trovano in Via Principessa Maria Josè n. 7/9, di fronte all'ingresso sud del Giardino Pubblico di Caltagirone. E’ raggiungibile, a piedi, in dieci minuti dal centro storico o con tutte le linee.

PR.01 UFFICIO DI GABINETTO - UFFICIO STAMPA
UFFICIO ATTIVITÀ CULTURALI E MUSEALI DELLE CIMINIERE
Via Nuovaluce 67a, Tremestieri Etneo (CT)

Storia e sede

La Fotografia come arte e tecnica è ormai storia da conoscere e da narrare.
Per raggiungere questo obiettivo, anche didattico, la Città Metropolitana Catania ha aperto al pubblico il Museo della Fotografia.
Il Museo ha sede a Caltagirone nella Palazzina San Luigi e occupa tutto il primo piano dell'edificio. È la prima struttura dedicata alla fotografia a sud di Roma. L'edificio è sorto come sede della Caserma dei Carabinieri intorno al 1930 in luogo dell'antica Casa Santa San Luigi.
Il percorso espositivo è stato allestito dall'Associazione Associazione Nazionale Arti Fotografiche (ANAF) – Luigi Ghirri di Caltagirone.

Il Museo e la Mostra

Il MuseoUn Museo della Fotografia non è solo l'occasione per guardare delle vecchie immagini o vecchi strumenti fotografici, ma è anche opportunità che si offre al visitatore di rendersi consapevole di come la nostra esistenza, negli ultimi due secoli, sia stata immaginata, rappresentata, documentata e trasformata da questa invenzione.
Il Museo si propone di spiegare come la fotografia corrisponda alla necessità di conservare ciò che sta scomparendo e di riportare nel presente ciò che sta nel passato. Il Museo ospita stampe realizzate con diverse tecniche fotografiche: dagherrotipi, calotipie, ambrotipi, carte salate, albumine anche colorate, cianotipie, megaletoscopie, stampe al collodio, stereoscopie e stampe al bromuro d'argento.
Sono presenti opere di: Marville, Righi, Philipot, Sommer, Nadar, Brogi, Alinari, Mac Pherson, D'Alessandri.
Tra gli autori siciliani sono presenti: Incorpora, Leone, La Mantia, D'agata, Nicotra e anche diversi studi fotografici tra i più noti in Sicilia.
All'interno del Museo oltre alle immagini fotografiche sono presenti strumenti che permettono di comprenderne l'evoluzione tecnica.

Il MuseoIl viaggio, il ritratto, il paesaggio e alcuni eventi bellici sono alcuni dei fulcri tematici dell’allestimento espositivo, arricchito da pannelli esplicativi e da immagini dei fotografi del manifesto futurista e di fotografia subacquea.
Al Museo si affianca la Biblioteca tematica “Paolo Monti” che raccoglie più di 700 testi e riviste fotografiche.

Il MuseoAl pian terreno è allocata la Mostra del fischietto di terracotta che espone fischietti di autori provenienti da ogni parte d’Italia, premiati a Caltagirone nel corso delle varie edizioni, dedicate a temi diversi, del Premio “Andrea Parini”.
Lu friscalettu è un piffero di canna o d’argilla che usa vendersi nelle feste e in certi giorni della settimana consacrata ai santi, innanzi alle chiese, dove i feraiuoli sogliono andare a piantare le loro tende. (Giuseppe Pitrè, 1883).
Il fischietto di terracotta è uno strumento a soffio diffuso sin dall’antichità in molte parti d’Italia e del mondo. Dotato di una elementare struttura sibilante, richiamava il verso degli uccelli ed assumeva nell’uso primitivo e poi popolare significati sacro-votivi, esorcizzanti, apotropaici e ludici con forme zoomorfe, fitomorfe ed antropomorfe.

Come attesta Claudio Saporetti, è certamente già presente in Mesopotamia, luogo dell’invenzione della scrittura, nella cui mitologia il vento, simulato dall’aerofono fittile, soccorre quale ‘”aiutante magico” l’eroe nella sua lotta contro le forze del Male.
Ogni raccolta di interesse etnoantropologico presenta legami diacronici e sincronici con raccolte preistoriche ed archeologiche, in quanto ci riporta a condizioni e concezioni di vita superate e tuttavia ancora vive (Gramsci): perciò, come un museo archeologico documenterà, per esempio, testimonianze della nascita della scrittura in Mesopotamia, così un museo demologico esporrà i documenti della sua arte fittile popolare che, come in ogni altra regione del globo, è alternativa ma anche dialetticamente integrata alla cultura dominante.
Pertanto “rivolgersi al mondo popolare non è più un atto di pietas storica e umana, come ripiegarsi su qualcosa di inferiore; tanto meno è un divertissement da ozio intellettuale, come avventurarsi in un altro pianeta, distanziato e pressoché ignoto, per spigolarne e gustarne fatterelli e cosucce d’altri tempi, verso cui si aveva o un atteggiamento di dispregio illuministico o di idoleggiamento romantico, (...)".
“Tutto sta (…) nel porsi innanzi a questo materiale non come di fronte a documenti arcaici o esotici, non come di fronte a voci di remoti ’primitivi’ appartenenti a un mondo lontano e quasi scomparso o a patetici avanzi di una civiltà in via di estinzione”: occorre invece conoscerlo per “acquistare consapevolezza della nostra integra umanità, storicità e socialità” poiché “la civiltà contadina è a monte delle civiltà storiche, non è identificabile in nessuna di esse, proprio perché sta alla base di tutte”

Fonti utilizzate:
Carlo G. Valli, Il “cuco” messaggero d’amore, Sibilus 3, Quaderni del Museo di Arti e Tradizioni Popolari, Caltagirone, 1997 , p. 156;
Giovanni Battista Bronzini, Homo laborans. Cultura del territorio e musei demologici, pp. 37-51, Congedo Editore, Galatina (Lecce), 1985;
Claudio Saporetti, I fischietti mesopotamici, Sibilus 3, Quaderni del Museo di Arti e Tradizioni Popolari, Caltagirone, 1997 , pp.147-153.

Attività e Servizi

Il MuseoAccoglienza, informazioni e prenotazioni.
Se l’entità numerica complessiva del gruppo supera le dieci unità è gradita la prenotazione.
L’entità numerica ammissibile per ogni turno di visita è di 25 persone.

Le visite scolastiche si effettuano previa prenotazione telefonica al numero 0933 54567, necessaria per acquisire cognizione degli orari e della modalità della visita.

Consultazione dei volumi della biblioteca tematica 'Paolo Monti' del Museo della fotografia, con prenotazione, dal martedì al venerdì mattina. Accesso e consultazione previo rilascio di autorizzazione.